Cianfrusaglie

Riflessioni di fine anno 2019: The Polar Night Edition

Come fai a raccogliere le fila di una vecchia vita?
Questa citazione del Signore degli Anelli mi torna in mente mentre sto cercando di dare una sistemata all’album degli appunti dell’anno quasi finito. Da diversi anni infatti, quando si avvicina dicembre, inizio a scavare nella memoria ed a spulciare i vari appunti e le notazioni che ho messo via per tutto l’anno, in modo da poter capire se il resoconto di quanto successo sia positivo o meno. Anche quest’anno fortunatamente la bilancia virtuale in cui posiziono le cose positive e negative che mi sono capitate mi ha detto che quelle negative sono state molte meno delle positive. E questo, ovviamente, è decisamente buono.
Da quando ho iniziato a lavorare all’università ormai otto anni fa (prima come dottorando, poi con i vari post doc) ho avuto la possibilità di viaggiare tantissimo e ormai non è una cosa tanto inattesa (anzi mi suona strano quando resto per più di un paio di mesi “a casa” senza spostarmi). Anche in questo duemiladiciannove che sta per finire ho avuto modo di fare qualche chilometro e conoscere tante persone, colleghi di lavoro, allevatori, runners, baristi, anziani in fila in aeroporto e chi più ne ha più ne metta, e sono contento di aver speso un po’ di tempo o solo qualche parola con loro, anche per dirci le cose più banali.
E’ stato un anno di corse all’alba in tanti posti diversi, per poter poi utilizzare nel migliore dei modi il tempo della giornata a lavoro o alla scoperta delle città in cui mi trovavo in caso di giorno libero.
Ho potuto correre di fronte alla Sagrada Familia a Barcellona, vedere nuovamente il duomo di Milano e per la prima volta il porto di Amburgo, sentire il vento che dall’oceano ti schiaffeggia a Lisbona, meravigliarmi per i mosaici a Ravenna e scoprire i percorsi delle trincee Cadorna e dei contrabbandieri sulla linea di confine tra l’Italia e la Svizzera. Sono anche tornato nel freddo nord (non così freddo in realtà – il global warming da quelle parti si sente eccome) ed ho speso un po’ di tempo in Svezia, prevalentemente nella bellissima Uppsala – dove sono stato ospite alla SLU – ed a Stoccolma, ed ho potuto sperimentare il buio perenne della Notte Polare a Kiruna, la cittadina mineraria in movimento e con una storia straordinaria. Sfortunatamente, a Kiruna non ho avuto modo di godere dello spettacolo dell’Aurora Boreale a causa delle nuvole presenti quasi costantemente nei giorni della mia permanenza, ma durante una delle corse all’alba, quando in compagnia di due ragazzi svedesi – conosciuti per l’occasione – siamo andati a correre sulle montagne intorno alla città, la “signora danzante” era alle nostre spalle e correva con noi, sebbene né io né gli altri siamo stati in grado di accorgercene subito e lo abbiamo scoperto solo riguardando le foto scattate durante la corsa. Ho potuto assaggiarne lo spettacolo qualche giorno dopo ad Uppsala, ma era troppo flebile per poterne godere appieno. Dovrò quindi tornare in futuro oltre il circolo polare per un’altra possibilità, se non a Kiruna da qualche altra parte del mondo dove sia possibile vedere questo spettacolo.
Ma, nel caso, per la prossima volta non vorrei tornarci da solo. Non ho mai avuto grossi problemi con il viaggiare in solitaria, anzi, a volte ti permette di vedere meglio un posto senza dover necessariamente correre da una parte all’altra e facendo un po’ come ti pare, ed in certe zone del mondo è poi molto stimolante nell’ottica dello scavarsi dentro e cercare di capirsi meglio. Da questo punto di vista, la solitudine non mi è mai stata di peso. Non significa però che la ami o che non veda l’ora di andarmene in giro da solo.
Perché su questo pianeta – che è l’unico pianeta in cui possiamo vivere ed ha abbastanza spazio per tutti, anche se a volte ce lo scordiamo – ci sono tanti posti incredibilmente belli da visitare, e certi angoli diventano ancora più belli se stai seduto su una panchina di fronte all’oceano e lei appoggia la testa sulla tua spalla, il vento le scompiglia i capelli e tutto si ferma e non vorresti mai rimetterti in cammino. Ed è quello che auguro a ciascuno di noi per il duemilaventi.

Buon anno nuovo di cuore, che vi porti tante panchine da cui guardare il mondo.

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