Cianfrusaglie

Riflessioni di fine anno 2016: The Marathon Journeys Edition

L’ultima settimana di dicembre è diventata per me la settimana del rito della raccolta di appunti e scritti vari di quanto di buono (o meno buono) mi sia capitato nell’anno che sta per terminare. Il duemilasedici è stato un anno pieno di avvenimenti, e a tirarne le somme è sembrato anche a me davvero incredibile che siano successe tutte queste cose. È stato un anno con grandi soddisfazioni lavorative, e con la conferma che il lavoro che faccio mi piace molto (credo di essere molto fortunato in questo). I primi mesi dell’anno sono stati scanditi dall’attesa della discussione del Dottorato Europeo e alla contemporanea preparazione per quella che sarebbe stata la mia prima Maratona. La preoccupazione (lieve, sia chiaro, ci sono cose ben più importanti) di come sarebbe potuta andare la discussione è stata smorzata dagli allenamenti di corsa fatti all’alba o al tramonto, e forse anche per questo il giorno della difesa di fronte alla Commissione le cose sono andate nel modo migliore possibile. È stato poi un anno di viaggi e di posti da rivedere. Questa buona malattia che è la corsa mi ha portato ad iscrivermi alla Maratona di Roma ad Aprile, e siccome una forse non era abbastanza, ho ricevuto in regalo dagli amici l’iscrizione alla Maratona di Oslo a Settembre (credo di essere molto fortunato anche in questo). Nel periodo in cui mi allenavo per correre nella città del Colosseo ho anche avuto la possibilità di iniziare a scrivere qualche articolo per RunLovers.it, e un sacco di belle cose sono arrivate dalle righe che ho messo giù per parlare di come io e Charlene (la mia tabella di allenamento) siamo riusciti a fare insieme tanta strada (non solo in senso figurato). Nella città eterna ho potuto passeggiare nuovamente in alcuni posti spettacolari che porto nel cuore, ne ho scoperto di altri che ancora non conoscevo e ho potuto stringere nuove amicizie. Abbiamo potuto fare una colazione da Re all’hotel Sole al Pantheon, mangiare una delle peggiori pizze mai mangiate in una delle tante pizzerie del centro (di cui non farò il nome nemmeno sotto tortura), e abbiamo potuto visitare il Colosseo e sentirci un po’ gladiatori. Al traguardo della Maratona ho pianto per la gioia, ed ho incontrato gli occhi di A. che piangevano insieme ai miei, facendomi dimenticare di tutta la fatica fatta. Al ritorno da Roma non ero più la persona che era salita sull’aereo per il volo di andata, ma questo, almeno per quel che mi riguarda, capita quasi ad ogni viaggio e quindi forse non è soltanto merito della Maratona.

È stato anche un anno terribile, con tante persone che hanno fatto parte della vita di tanti di noi che sono scomparse e tanti episodi gravissimi di terrorismo, e scoprire quanto le persone possano essere gentili nel proprio quotidiano con gli sconosciuti superando ogni diffidenza mi ha arricchito davvero moltissimo. Per una buona parte dell’anno ho potuto visitare angoli che ancora non conoscevo di Sardegna e conoscere tanti uomini e donne in gamba, che nonostante tutti i problemi che la vita ci riserva tentano di andare avanti nel modo migliore possibile per sé e per le persone che amano, e da tanti allevatori con cui ho avuto la fortuna di parlare ho imparato qualcosa (per l’ennesima volta). Ricordo poi a metà luglio, una mattina caldissima in cui Sassari dormiva, di aver avuto il grande onore di correre senza vedere la strada insieme ad Antonello, un ragazzo non vedente che mi ha fatto capire quanto siano le nostre restrizioni mentali i veri limiti, e pochi giorni dopo ricordo di una nonna con il nipotino che mi hanno offerto da bere dell’acqua fresca di fronte al mare.

A settembre sono stato in Norvegia per il terzo anno consecutivo (direi che per un po’ può bastare), stavolta per correre la Maratona di Oslo. Appena atterrati ho potuto esaudire un mio grande desiderio: quello di mangiare nuovamente una Danish, una delle paste alle crema più buone che abbia mai mangiato. Nel freddo di Tromsø, col cielo coperto dalle nuvole, abbiamo cercato invano di vedere l’Aurora Boreale. Non siamo stati fortunati, ma abbiamo avuto la compagnia di una volpe rossa che, per niente intimorita, si è seduta accanto a noi e ci ha osservati sdraiati a testa in su cercando di sbirciare tra le nuvole. Abbiamo visto le foche, e assaggiato l’acqua del mare Artico per vedere se fosse più o meno salata del Mediterraneo. Abbiamo passeggiato di nuovo per le vie di Ås, dove avevo svolto parte del mio periodo di dottorato (ho anche potuto fare una lezione ai dottorandi dell’IHA, è sempre una grande emozione ed un grande onore essere dall’altra parte della cattedra), e ad Oslo ho potuto vedere di nuovo l’urlo di Munch. Ed anche qui, all’arrivo della Maratona, ho scoperto qualche lacrima di gioia nei suoi occhi (però avevo dei crampi terribili, e ci ho messo un po’ di più a scordarmi la fatica).
In Slovenia, a Ptuj, ho visto la nebbia alzarsi sulla Drava all’alba, e un cielo stellato con colori quasi irreali salutare la nostra ultima notte di permanenza. A Milano ho potuto correre da pacer per la DeejaTen, mangiare finalmente il panzerotto di Luini, rincontrare vecchi amici e conoscere tante bellissime persone e imparare qualcosa da ciascuna di loro. E in hotel, prima di andare a dormire, ho potuto iniziare ad immaginare cosa mi sarebbe aspettato nella nuova avventura che il 2017 mi offre: correre la Maratona di Los Angeles, per la quale ho iniziato da alcune settimane la preparazione.

Ho vissuto tante cose incredibili e meravigliose che sono state possibili perché ho accanto persone altrettanto incredibili e meravigliose che mi supportano e mi incoraggiano, ed è bene riconoscerlo e ricordarsene sempre.

Perché l’amore è sempre gratuito, ma non è mai scontato.

Buon anno nuovo a tutti voi, che possa regalarvi l’amore delle persone che vi stanno accanto.

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